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Limiti emissioni in atmosfera sempre più severi: come rientrare nei nuovi parametri

30 agosto, 2022

In vista del raggiungimento degli obiettivi inseriti nell'Agenda 2030, le industrie devono rispettare limiti di emissioni in atmosfera sempre più severi. Vediamo quali sono questi parametri e cosa fare, in concreto, per ottemperare alle normative.

Emissioni industriali: cosa sono e quali sono i limiti?

Per emissione in atmosfera si intende qualsiasi sostanza solida, liquida o gassosa introdotta nell’atmosfera che possa causare inquinamento atmosferico, cioè una modificazione dell'aria tale da compromettere o da costituire un pericolo per la salute umana o per la qualità dell’ambiente, oppure da ledere i beni materiali.

Per limitare queste emissioni sono state emanate, negli anni, normative sempre più severe, che hanno lo scopo di individuare dei valori massimi che non devono essere superati.

Si parla, in particolare, di:

  • Valore limite: livello fissato in base alle conoscenze scientifiche al fine di evitare, prevenire o ridurre gli effetti nocivi per la salute umana e/o per l’ambiente nel suo complesso, che deve essere raggiungo entro un termine prestabilito e in seguito non deve essere superato.
  • Livello critico: livello fissato in base alle conoscenze scientifiche al di sopra del quale vi possono essere effetti negativi diretti su recettori quali piante, alberi, ecosistemi naturali, esclusi gli esseri umani.
  • Soglia di allarme: livello oltre il quale vi è un rischio per la salute umana in caso di esposizione di breve durata della popolazione nel suo insieme e raggiunto il quale gli stati devono adottare provvedimenti immediati.

Attualmente sono in vigore diverse normative, nazionali e comunitarie, che hanno proprio questo scopo. Una di queste è la Direttiva 2010/75/UE, conosciuta anche come Direttiva IED - Industrial Emissions Directive.

Per quanto riguarda le norme in materia di qualità dell’aria, altri riferimenti normativi sono contenuti in:

  • Direttiva 2004/107/CE dove sono indicati i valori limite di arsenico, cadmio, mercurio, nichel e idrocarburi aromatici
  • Direttiva 2008/50/CE dove sono indicati i valori limite di biossido di zolfo, biossido di azoto, PM10, PM2,5, piombo, benzene e monossido di carbonio
  • Direttiva 2016/2284/UE sulla riduzione delle emissioni nazionali di determinati inquinanti atmosferici

 

Limiti emissioni in atmosfera per fabbriche e industrie

Biossido di zolfo, biossido di azoto, PM10 e monossido di carbonio sono alcuni degli inquinanti generati dai processi di combustione che avvengono nei siti produttivi sparsi sul territorio nazionale. Ed è a questi, in particolare, che ci si riferisce, quando si parla di emissioni da controllare e limitare.

Ogni azienda, per essere operativa, è tenuta ad ottenere una preventiva autorizzazione per le emissioni. Il quadro normativo attuale prevede che ogni impianto che produce emissioni in atmosfera sia preventivamente autorizzato dagli enti preposti (Province) e rispetti i valori limite imposti.

In particolare, nella parte Quinta Titolo I del D.Lgs. 152/2006 “Norme in materia di tutela dell’aria e di riduzione delle emissioni in atmosfera” - e nei relativi allegati - sono definite le attività e gli impianti soggetti alla regolamentazione delle emissioni in atmosfera, le prescrizioni, gli eventuali valori limite da rispettare e le modalità procedurali e gestionali per l’ottenimento e il corretto esercizio degli stessi.

Dal punto di vista tecnologico, la componente su cui intervenire è sicuramente il bruciatore, principale responsabile delle emissioni inquinanti.
 
Puntare su bruciatori industriali a gas o alimentati con altri combustibili, che siano innovativi e all'avanguardia, permette di contare su dispositivi di miscelazione con ridottissime emissioni di NOx, monossido di carbonio e altri inquinanti.
Allo stesso tempo, questi bruciatori efficienti assicurano un miglioramento delle prestazioni energetiche di tutto l'impianto, con una riduzione dei consumi energetici (e di conseguenza dei costi in bolletta). 
 

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